I Piparelli sono uno dei biscotti più contesi tra Sicilia e Calabria. Mandorle tostate, miele, scorza d’ arancia, cannella, chiodi di garofano… Sono sicuramente degli indizi delle radici medio-orientali di questo interessante biscotto. Secondo alcune antiche fonti, i primi a sfornare questa prelibatezza furono proprio gli arabi, ai tempi della loro dominazione lungo la costa del Sud.
A quanto pare, il nome è legato proprio al metodo di cottura. Spesso, infatti, venivano utilizzate delle stufe a legna che, secondo quanto si racconta, “sbuffavano come delle vere e proprie pipe”. Secondo altri invece, il nome è legato all’ utilizzo del pepe nero nella ricetta originale, in dialetto “u pipi niru”. Ma c’è anche chi pensa che il nome sia dovuto proprio al tipico colore scuro ligneo di questo profumato dolce.
Mai confondere le Piparelle di Villa San Giovanni, dal taglio “ostiato”, ossia sottilissimo, dai tipici Piparelli di Bagnara, decisamente più spessi, croccanti e ricchi di mandorle. E’ un biscotto che delizia ogni palato, anche quello dei più esigenti. Ricco di proteine, fibre e con poche calorie, è persino consigliato dai professionisti dell’ alimentazione.
Fragranti e profumati, “i Piparelli” sono di solito accompagnati con un ottimo bicchiere di Vino Zibibbo di Bagnara, un vino liquoroso giallo paglierino, con riflessi dorati, dal profumo fruttato e intenso. Ottimi da gustare anche con un buon caffè, con una tazza di thè o con del gelato artigianale. Sono così deliziosi che si possono mangiare anche così da soli. Uno tira l’altro!